lunedì, ottobre 30, 2006

Tradita dalla mia migliore amica

Vi avevo detto poco fa che c'erano degli articoli degni di nota che probabilmente avrei postato.
Eccone uno.
Il titolo corrisponde al titolo del post.
Appariva alla pagina 122 del numero del 16/09/2006 di Specchio.
La rubrica si chiama “Cuori allo specchio" e le risposte alle lettere pubblicate sono dello -suppongo- psicologo Massimo Gramellini.
Spero di non incappare in nessun incidente “giornalistico" riportando qua la lettera suddetta e la relativa risposta.

Avevo un'amica.
Non un'amica qualsiasi, ma l': quella a cui confidavo tutto, quella che ha diviso con me gioie e dolori dell'adolescenza, quella a cui presentavo tutti i miei per averne l'approvazione, quella che si giustificava se i suoi non piacevano a me...quella a cui ho fatto da testimone alle nozze e che è stata testimone alle mie, quella che mi ha fatto fare da madrina a una delle sue figlie
...Avevo un'amica e basta, anzi avevo un'amica e mi bastava. Poi, qualche anno fa succede una cosa: lei ha una relazione, io la copro (era la mia migliore amica), a suo marito viene qualche sospetto, ma tutto finisce a tacere. Un po' per volta smettiamo di vederci: ci sono le sue bambine che prima sono piccole, poi bisogna portarle alle feste degli amichetti (io e mio marito non abbiamo figli, non per scelta ma poco importa) poi c'è il lavoro e mille altri motivi per cui non ci si può più vedere come prima.
Io ci credo e accetto anche la scusa secondo cui sono io quella che si defila, solo perchè loro uscirebbero ogni sera mentre io spesso anche alla domenica mi trovo a lavorare...
Piano piano non ci si vede più.
Arrivo alla spiegazione attraverso una conoscente comune: la mia amica, messa alle strette dal marito, gli ha raccontato di avere coperto una scappatella. Da allora ha vissuto nel terrore che la storia venisse fuori e quindi allontanarsi da me è stato un modo per evitare che qualcosa andasse fuori controllo. Non voglio fre la vittima, ma mi ha davvero ferito: se fosse stata sincera con me, l'avrei perdonata e credo persino che avrei accettato di coprire anche questa bugia; in ogni caso avrebbe potuto fidarsi abbastanza da sapere che non l'avrei certo , né con suo marito né con altri. Invece così ha rovinato non solo la nostra amicizia, ma ha influito anche sulla vita di tutti quelli che ci circondano: gli altri amici che frequentavamo e che non vediamo più (sguardi strani e frasi non dette mi hanno fatto pensare addirittura che lei o il marito abbiano raccontato la cosa anche a qualcuno di loro), i nostri mariti che avevano in progetto persino un lavoro da fare insieme, la mia figlioccia che non vedo da mesi se non quando ci si incontra per strada...
E' vero che ho un marito che ha sostituito tutto il resto e che mi sta vicino in un modo che stupisce persino me, ma non è la stessa cosa. E' vero che non esiste solo lei al mondo e che potrei farmi altre amicizie, ma a quasi 50 anni come la trovi un'amica vera? Siamo tutte troppo impegnate, troppo diffidenti, diamo per scontato che ognuna di noi abbia già tutte le amiche che le servono. E poi di chi potrei fidarmi adesso? Il massimo che posso dirmi da sola è che, se siamo capaci di innamorarci di qualcuno che ci fa soffrire in modo insostenibile, allora forse possiamo anche di amici che prima o poi ti fregano. L'unica cosa certa è che non voglio chiarimenti di sorta con lei o scene alla Disney con pianti e abbracci; voglio solo stare bene io, nel modo più egoistico possibile.
Daria

Risposta.
La tua amica è stata debole e vile. Ti ha tradito due volte. Prima usandoti con suo marito e poi preferendo sparire piuttosto che dirtelo.
Dal tuo punto di vista, un comportamento simile significa che non le importa niente di te, perchè in caso contrario avrebbe trovato il modo di uscire da questo pasticcio senza perdere la tua amicizia. Però non hai fatto i conti con una delle tare peggiori dell'essere umano: il senso di colpa. La tua amica sa benissimo di aver sbagliato, mettendo un cubo di ghiaccio fra di voi.
Ma le manca il coraggio di tuffarsi nell'acqua fredda per venirti a riprendere.
E' una sindrome molto comune. Quanti rapporti umani si consumano un po' alla volta nel non-detto, in mancanza di quel soffio di energia risoluta che fa vincere la paura di essere respinti! Se la tua amica trovasse la forza di parlarti, litighereste di brutto. Poi però le ragioni profonde di un rapporto che vi unisce da una vita prevarrebbero su qualsiasi altra considerazione e l'amicizia riprenderebbe, se non a correre, almeno a camminare, fino a rinsaldarsi di nuovo o a spezzarsi del tutto.
La sua paura di affrontarti ha invece creato questa situazione rattrappita. Perchè non provi a smuoverla tu? Lascia perdere l'orgoglio o altre valutazioni di opportunità, che quando si parla di sentimenti hanno una importanza relativa. Ti manca o no, quella persona? E allora togliti lo sfizio di gurdarla negli occhi ancora una volta. Comunque vada, dopo ti sentiresti meglio. Più contenta di te, e più pronta ad accettare qualsiasi esito, anche a fare a meno di lei.


Questa era lettera e quella che avete lettto la risposta. A me ha fatto riflettere tantissimo e su tanti ambiti. Anche perchè ho visto nero, ma nero pece tempo fa. Ma questa è un'altra storia anche se vi posterò poi un commento di cui ho parlato solo ad una persona.
Fatemi sapere se avete commenti da fare a questa lettera.

1 commento:

Anonimo ha detto...

si, un commento da fare a questa lettera lo ho! Tutti nella vita abbiamo avuto una storia più o meno simile. Credo che siamo animali, non nel senso offensivo am nel vero senso della parola, siamo animali e per tanto spesso l' istinto o la paura sopravvale il ragionamento razionale. Tutto qui! ALBAESPERANZA